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Fanfare Magazine

Émile Jaques-Dalcroze
Adalberto Maria Riva


The Swiss composer Émile Jaques-Dalcroze is best remembered as the inventor of eurhythmics, an experimental method for teaching musical appreciation kinetically rather than by study. In his day, though, he was also a composer of repute, with a string of large-scale compositions to his name as well as a good many works for solo piano. The present disc, Volume One of what appears likely to become a chronological survey, comprises music from a five-year period, 1891/96...

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This article originally appeared
in Issue 43:1 (Sept/Oct 2019) of Fanfare Magazine.


 

 
   
Duello sulla tastiera fra
Adalberto Riva e Massimiliano Genot


Singolare sfida nel teatrino di palazzo della Corgna
per una riuscitissima serata del festival di musica da camera
di Marzia Zacchia.


Due pianisti di rilievo, come ai tempi antichi, impegnati a sfidarsi per dimostrare l’eccellenza dell’uno sull’altro. Si faceva, soprattutto nei salotti aristocratici: chi vinceva passava nelle cronache e magari finiva in qualche romanzo. Un personaggio caro alla storia del festival castiglionese, Adalberto Riva è tornato a farsi applaudire in compagnia di un altrettanto valido collega, Massimiliano Genot, per ricreare uno spettacolo totalmente coinvolgente, ricco di spunti spettacolari e sorretto da una straordinaria competenza storica...
BlogUmbria, 24 agosto 2019


di Stefano Ragni
 

 
   
Teatro di Cuvio,
grande spettacolo per un “duello” al piano


Pratica antica quello del duello musicale, soprattutto al pianoforte, anche se agli albori del 700 Scarlatti e Handel si confrontarono a Roma al clavicembalo e all’organo, ma il pianoforte fu sempre il preferito nei duelli predisposti nei salotti aristocratici o addirittura dai sovrani, come il celebre duello architettato dall’imperatore Giuseppe II a Vienna, nel 1781, tra Mozart e Clementi.
Poteva esimersi dal riproporre eventi ormai persi nella memoria del tempo, ma colmi di fascino per gli appassionati della musica, quella che per i medesimi va scritta con la lettera maiuscola perché ammantata d’eternità, Cuvio con la sua consolidata Estate Culturale?

9 luglio, Luino Notizie


articolo di Roberto Bramani Araldi
 

 
   
Bertrand Ferrier

Publié le 12 avril 2019
 

 
   
"le billet des Arts"

Ciel, la Castafiore est revenue!

Pour notre plus grand bonheur, Annick de GROM récidive, avec la complicité de Adalberto Riva. Je pèse mes mots : grand bonheur. Joie indicible de l’entendre interpréter Rachmaninov, Dvorak, Verdi, Puccini, Boito mais aussi Bizet, Mozart, Rossini, Strauss, Lehár… Puis RIVA qui nous gratifie d'une virtuose interprétation de Rigoletto transcrit par Liszt. Ce récital a une dimension ludique réjouissante grâce au scénario et la mise en scène de Jacques Lafarge: c’est à la fois beau, drôle et original. Surveillez la programmation de ces deux complices là : c’est à voir et à écouter sans bémol à la clef ! 

di J.C. Santier

 

 
   
Umbria Libera 27/08/2017

L'eccelso piano di Adalberto Maria Riva
| Strepitoso concerto al Festival di Musica Classica |

Siamo agli sgoccioli, ha dichiarato l’assessore Ivana Bricca all’inizio della serata, ultima a palazzo della Corgna, prima del trasferimento a Pozzuolo con il coro Comedia Harmonica. Ma il bilancio non è che positivo, per qualità dei musicisti e per quantità degli ascoltatori, con sala sempre piena e risposte entusiastiche a ogni proposta. Le parole dell’assessore precedono quello che può dirsi uno dei più riusciti appuntamenti della manifestazione. La ha firmato ieri sera, il 26, Adalberto Maria Riva, studi milanesi, prix de virtuosité a Losanna, una ventina di dischi incisi con prestigiosi riconoscimenti internazionali. Era molto atteso il ritorno solistico di un pianista che Marzia Zacchia aveva già individuato anni, fa per il suo aristocratico talento e per il suo virtuosismo elegante e raffinato. Il tutto sorretto da un pianismo solido e da una emissione sonora robusta, ma sempre morbida, capace anche di incredibili sfumature. La scelta del programma era poi di grande coerenza stilistica, concentrata sulla classicità viennese, da Mozart a Schubert, attraverso Beethoven. Con una tesi di fondo, la Sensucht, quella sensazione inattingibile che viene da un termine alto-tedesco e definisce uno stato patologico, il “desiderare con bramosia”. L’abbiamo tradotta con “nostalgia”, ma forse il termine giusto è struggimento. E di questa sensazione Riva trova tracce ovunque, anche nel Mozart con cui apre il concerto. Ha scelto la Sonata K 311, una pagina brillante, con un finale travolgente e una Romanza centrale che Riva ha voluto risolvere con una bellissima sensazione di pace e di serenità. Per il resto era un Mozart sanguigno, come è stato nella realtà il piccolo, eccitabilissimo salisburghese, sentimentale per vocazione e per necessità. Il pianista milanese ha scelto la soluzione della chiarezza, dell’energia, dello spiccato senso ritmico, tirando fuori, nel Rondò finale, anche quel che vi è di teatrale. In seconda posizione una bellissima scoperta, . la Sonata op. 27 n.2 di Joseph Wölfl, che con Mozart condivideva gli insegnamenti paterni di Leopold. Una carriera brillante ha portato il musicista, un autentico virtuoso della tastiera, a misurarsi con Beethoven, lasciando ampie tracce di una presenza europea, fino al suo approdo a Londra. Nel frattempo ha disseminatole sale da concerto di Sonate, di cui Riva ha scelto quella più schubertiana, a sostengo dell’ipotesi che la citata Sensucht fosse un virus ben trasmissibile tra i musicisti viennesi. Il pianista lombardo non ha risparmiato accorgimenti stilistici per rendere bella una pagina che, pur risentendo della mancanza di genialità, ha, soprattutto nel primo tempo, dei momenti di intensa liricità. Presagi dello Schubert che seguivano, con due Improvvisi dell’op. 142, esposti con magistrale pulizia timbrica. Per poi accedere al Chiaro di luna di Beethoven, momento attesissimo dal pubblico.
C’è da dire che Riva ha saputo trasformare il roco e asmatico Petrov del teatrino in un grande pianoforte da concerto, riuscendo a trarre dalle polveroso corde un incredibile suono “umano” e cantabile. Percorsa con signorilità e ricercatezza la grande pagine romantica è finita col tumultuoso “presto agitato”, dominato da Riva con il più impeccabile autocontrollo. Non una sbavatura, non un accento di troppo. E la sensazione, tra tutti, di aver assaporato la lezione di un grande, giovane signore della musica, un autentico chirurgo dell’anima e del cuore del pianoforte.

di Stefano Ragni

Umbria Libera

Concerto di canto
Riva si è concentrato nel pianoforte solistico, con la presentazione,magistrale, di tre quadri sonori di Albeniz. Ha spiccato, per il senso nostalgico, Cordoba, ha elettrizzato la pulsazione ritmica di Asturias.

di Stefano Ragni

 

 

 
   
MusicWeb international


“Adalberto Maria Riva plays with real tonal richness, finding plenty of colour in his well recorded Bösendorfer Imperial. This is a fine inaugural volume to what looks like being an intriguing series.” — Jonathan Woolf, MusicWeb

(Leggi tutto) February

Jonathan Woolf

 

 
   
MusicWeb international

Riva is a most sensitive and highly-accomplished player, who crafts his melodic lines with flexibility, thereby allowing the music to breathe at all times. He is very much at one with the demands of Woelfl’s style, and while he has the power of a flagship 9’6” (ca. 290 cm) Bösendorfer Imperial Grand at his disposal, never once does he abuse this, nor does the equally-fine recording ever allow the instrument to exceed the dynamic range as indicated in the score itself.
Riva expresses the hope that this and further recordings of Woelfl’s music, with its original and individual style, will confirm that the composer still deserves today the esteem he enjoyed in his own brief life. On the evidence of this debut CD, there is a real solid case for this, and with the Toccata label’s encouragement and support, it should hopefully not be too long before the next Woelfl CD leaves the presses.

(Leggi tutto) January

Philip R Buttall


 

 
   
Gramophone Editor's choice

january 2017

Woelfl
Piano Music, Vol. 1

Richard Wigmore

 

 

 
   
Dalcroze Connection

December, 2016




Aaron Butler
 

 
   
Schweizer Musikzeitung

27.04.2016

Adalberto Maria Riva, Guy Raffalli  

De grandes pages de Schubert, Reinecke et von Weber jouées sur des instruments de l’époque.

Dans un temps qui peut paraître antédiluvien, mais qui n’est pas si éloigné que cela, des musiciens se spécialisaient en jouant sur des instruments historiques, conspués par les tenants d’une vérité qui refusait toute remise en question. Il n’était pas rare d’entendre des propos peu étayés tels « Si Bach avait connu le piano, si Mozart avait connu le hautbois moderne… ». Les interprètes qui faisaient des recherches sur l’organologie et l’interprétation historique étaient observés avec une condescendance amusée, voire agacée, par leurs collègues qui n’avaient que faire de ces considérations qui, selon eux, n’étaient qu’un effet de mode ridicule. Des chefs renommés, tels Abbado ou Rattle se sont mis à interpréter Bach ou Mozart suivant le chemin tracé par Harnoncourt, la donne a changé…

Aujourd’hui la plupart des musiciens savent aussi bien jouer le répertoire contemporain sur un instrument moderne et la musique des siècles passés sur un instrument d’époque. C’est le cas de Guy Raffalli, que l’on peut apprécier dans des pages actuelles et qui, dans cet enregistrement, troque sa flûte d’argent pour retrouver le timbre pour lequel Schubert, Reinecke et von Weber ont écrit, grâce à une flûte en bois du facteur Abell. Il est accompagné avec finesse par Adalberto Riva, qui touche ici le piano Braschoss du château de Gruyère. De grandes pages du répertoire que l’on a plaisir à redécouvrir sous des atours tout de fraîcheur et de clarté. L’on peut être surpris par le tempo relativement lent que les interprètes impriment aux variations sur Trockne Blumen de Schubert. Simplement, les musiciens se souviennent du Lied d’origine et laissent de côté une virtuosité tapageuse dont le poème n’a que faire. Dans la même ligne, l’Undine de Reinecke fait nettement référence, dans cet enregistrement, au conte de Friedrich de la Motte-Fouqué, à son monde enchanté peuplé de divinités et de héros chevaleresques. Si la sonate en la bémol majeur de Carl Maria von Weber est moins connue, c’est qu’elle est à l’origine écrite pour piano solo. Guy Raffalli s’en souvient et se place en coloriste, ajoutant une clarté à l’architecture de l’œuvre.

Thierry Dagon
 



 
   
Fanfare Magazine

Adalberto Maria Riva


Adolfo Fumagalli (1828­1856) is a now forgootten figure; but that was not always the case. In his lifetime he was one of the most respected pianists, perhaps the most famous Italian pianist of the 19th century until the arrival of Busoni. And Busoni esteemed Fumagalli enough to keep a number of his predecessor’s compositions in his active repertoire. Liszt hailed him as “the greatest of pianists, because anyone who is able to negotiate the difficulties of transcribing an overture like that of [Berlioz’s] Cellini is without doubt an artist out of the ordinary.” Many others also esteemed him, both for his playing and his compositional artistry. The Revue et Gazette musicale de Paris considered him “the first serious pianist to come out of Italy”; Rossini praised him especially for his cantabile playing; the critic Filippo Filippi saw in his compositions an “originality of ideas constructed mostly simply and most faultlessly” and “freedom from the commonplace and banal.” Through his virtuosity, perhaps especially for his wickedly difficult solo left-hand compositions, in Belgium he gained the nickname “the Paganini of the piano.” He died at the early age of 27. Le Figaro wrote of him that he was “rapidly advancing in great leaps to become Liszt’s successor, easily overtaking the young generation of contemporary pianists.” And by a quick glance at some of his compositions, that statement becomes clearer.

The recital here incorporates two types of works: operatic fantasies based on other composers’ music, and original compositions, of which the programmatic studies of the École moderne du pianist, op. 100, are some of the composer’s finest. Of the former works, it is difficult to say which of the two Meyerbeer-inspired compositions is the more impressive: the diabolically difficult left-handedGrand Fantasy, op. 106, with its complex counterpoint, its myriad of sounds and timbres, and its extreme virtuosity—the one hand does more in this piece than two do in others!—or the Grand Fantasy on Le proophète, op. 43, one of Fumagalli’s pièces de résistance, which was praised highly by none other than Meyerbeer himself. Forced to choose, I might have to pick the former, for even with the music sitting in front of me, my reaction must have been similar to that of the critic, Paul Scudo: Arriving late to a concert given by Fumagalli at the Salle Herz in Paris, in which the pianist was performing his own op. 106, the critic, astonished by what he heard, finally cast his eyes toward the stage. He discovered that “Fumagalli’s gloved right hand was resting on his knee.” There was good reason that the work was dedicated to Franz Liszt!

The original compositions are even more interesting in their own ways. Though only 18 of the proposed 24 studies were completed before the composer’s untimely death, the ones that were finished reveal a composer of both astonishing creativity and compositional command. Modeled on Liszt’s Études d’exécution transcendante, they provide more than just an immense technical challenge; they are moreover programmatic works meant to stimulate the listener’s sense of awe and imagination. Of the four works here, the 10th study, the “Danse fantastique,” is one of the finest. Similar in character in this listener’s ears to Saint-Saëns’s Danse macabre, the swirling figurations, the hyper-staccato bass line, the bell-like chimes, and the gracefulness of the writing all come together to create an eerie yet charming take on the macabre. Described by the pianist, Adalberto Maria Riva, as “the most technically demanding piece of the whole collection,” the 17th Study is perhaps my favorite. Entitled “La Roche du Diable” and prefaced by a text by Victor Hugo, the composition is unrelenting in its demands—its powerful use of the lower bass registerrs, its stormy use of arpeggios which cascade up and down the keyboard, and its powerful ending all come together to create a most exciting, yet sinister sounding, work.

Throughout this recital Riva proves himself the ideal interpreter of these works in both his demeanor and his virtuosity, the latter of which is, at times, astonishing; one can hardly imagine the works being played better than Riva does them here, whether technically or musically. If one is a fan of 19th-century pianism then, simply put, this recording belongs in your collection. Though some may call Fumagalli a salon composer, he at times proves himself much more than just a composer of pretty tunes and shallow theatrical gestures. And if one doesn’t know his music, then one owes oneself the pleasure of getting to know it better.

Scott Noriega

This article originally appeared
in Issue 39:4 (Mar/Apr 2016) of Fanfare Magazine.


The Guardian 

Adalberto Maria Riva: a ‘convincing advocate’ of Fumagalli.

Fumagalli: Piano music, vol 1 CD review
Toccata unearths another gem

Happy 10th birthday, Toccata Classics. The creation of indefatigable Martin Anderson, the label has so far released 240 CDs, representing the work of 152 sometimes overlooked, often interesting composers (54 of them living). This disc is a perfect example of its mission to promote neglected music. In his short life, Adolfo Fumagalli (1828-1856), known as the Paganini of the piano, was revered by Liszt for his dazzling technique and compositional skill. Adalberto Maria Riva makes a convincing advocate here, particularly in an extraordinary grande fantasie for left hand based on Meyerbeer’s Robert le diable. The laconic Fumagalli wrote or arranged several pieces for the left hand so, they say, he could hold a cigar with his right while performing.


 

 
   
January/February 2016

Riva is a fantastic pianist, though listeners mayfind some of the pieces on this program hit ormiss. Alongside the more familiar Scarlattisonatas are many hidden gems in this recor-ding of works by representative Italian com-posers from the 18th to the 20th Century. Theopening Toccata, by Paradisi, is delivered withplenty of energy and rhythmic verve. Riva’sinterpretation of Scarlatti leans towards theromantic; he uses rubato, but it sounds taste-ful and appropriate. Golinelli’s ‘Cicalata’ is avirtuosic little work. Fumagalli’s ‘Roche duDiable’ pales in comparison to romantic con-temporaries Chopin and Schumann. Dallapic-cola’s Sonatina Canonicais a delicate piecewith interesting counterpoint and dramaticcontrasts. Riva navigates these works effective-ly, able to bring rather ordinary sounding mus-ic, like the Respighi dances, to its full potential.In the liner notes Riva acknowledges thelack of works by two major Italian composers,who for “space reasons” do not appear in thisrecording: Clementi and Martucci. But he nev-ertheless does a good job of displaying boththe familiar and unfamiliar in this lively pro-gram.

KANG

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Au terme du périple, d’heureuses découvertes jaillies des péninsules méridionales.

2015

Nous avions laissé Adalberto Maria Riva dans les verts pâturages de Gruyères (https://falcinelliblog.files.wordpress.com/2015/02/tour-du-monde-3-fc3a9v-15.pdf, p.7 à 9), nous le retrouvons au sein de sa culture native avec cette sélection peu banale parcourant trois siècles de production pour clavier au pays du bel canto. Dans sa notice, le brillant interprète et chercheur rappelle malicieusement comme le développement de la facture et de l’écriture pianistiques se répandit partout en Europe… à partir de l’invention de l’Italien Bartolomeo Cristofori, mais sans que son berceau n’engendre quelque concurrent à Pleyel, Erard, Bösendorfer, Bechstein, Beethoven, Chopin, Liszt, Schumann, etc. ! Quitte à nous convaincre que ses compatriotes, tout à leur passion de l’art lyrique, n’ont tout de même cessé d’écrire pour le clavier depuis le XVIIIème siècle, Adalberto Maria Riva a sciemment écarté les quelques Transalpins célèbres du piano, tels Muzio Clementi ou Alfredo Casella, pour orienter nos oreilles vers des pages rarement exhumées.

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Sylviane Falcinelli

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«Pianoforte italiano». Adalberto Maria Riva, piano.

2015
L'éducation musicale

Cette réalisation concerne la musique italienne du XVIIIe siècle à la fin du XXe siècle. Le pianiste milanais Adalberto Maria Riva, virtuose, soliste international, lauréat de plusieurs Concours internationaux, conférencier et enseignant, s'adapte à tous les styles. Il interprète des formes traditionnelles : les Sonates en ré mineur (K 9) et en Sol Majeur (K 201) de Domenico Scarlatti (1685-1757) ; la Sonatina canonica sui Capricci di Paganini composée par Luigi Dallapiccola (1904-1975) ; la Toccata en La Majeur de Domenico Paradisi (1707-1791). Figurent également au programme des Danses : Italienne et Sicilienne d'Ottorino Respighi (1879-1936), d'après d'anciennes pièces pour luth ; les Preludi autunnali de Gian Francesco Malipiero (1882-1973), en 4 mouvements contrastés de caractère très varié : caressant : Lento, ma carezzevole ; jovial : Ritenuto, ma spigliato ; méditatif et triste : Lento, triste ; rapide : Veloce. Il s'impose comme un parfait virtuose dans la redoutable étude de bravoure La Roche du Diable d'Adolfo Fumagalli (1828-1856). Le remarquable pianiste a sélectionné un piano à queue Fazioli qui se distingue par sa grande puissance sonore, son équilibre. L'enregistrement (juillet 2013) bénéficie de l'acoustique exceptionnelle du Théâtre municipal de Cassano Valcuvia (Lombardie). Au cours des 18 pièces, l'interprète fait preuve d'une excellente sonorité, d'une remarquable maîtrise technique : traits brillants, précision d'attaque, transparence, nuances. Il restitue aussi bien l'énergie et l'élan requis que l'expressivité et l'émotion dans les mouvements lents.

Édith Weber.


 


 
   
Adalberto Maria Riva à Louis-le-Grand, Fumagalli retrouvé

Jeudi 20 novembre 2014
Paris, Lycée Louis-le-Grand

Connaissez-vous Adalberto Maria Riva ? Peut-être certains l'auront-ils découvert, lors de vacances italiennes, dans le cadre des Momenti Musicali qui, depuis Cuveglio, rayonnent sur plusieurs cités de la Province de Varese (côte lombarde du Lac Majeur), et du Festival International de Piano (juillet), deux manifestations dont le pianiste milanais est directeur artistique. Ou bien en Suisse (et sur les ondes de la Radio Suisse Italienne), au Canada et jusqu'au Carnegie Hall de New York – mais pas en France où, étonnamment, il vient de se produire pour la toute première fois, à l'invitation de Michel Bouchaud, proviseur du Lycée Louis-le-Grand, et de Jean-François Guipont, président du Paris des Orgues.

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Michel Roubinet


 


 
   


Orient-le-jour

« Les cloches de Genève » sonnent sur le clavier de Riva

Pour son premier séjour au pays du Cèdre, le maestro Adalberto Riva a des impressions débordantes d'enthousiasme et de bonheur. Bonheur de la beauté de la ville, de la richesse de la gastronomie et de l'accueil chaleureux des gens. Une fois de plus, le Liban ne déroge pas à sa réputation de terre d'hospitalité. Et de multiplicité culturelle.
Quarante ans, le front généreusement dégarni, costume sombre avec nœud-papillon sur chemise au col cassé, Italien ayant fait ses études musicales à Lausanne, Adalberto Riva, dans le cadre de la « Settimana della lingua italiana nel mondo 2015 », pour son premier séjour au Liban, a bouclé dans ses valises des partitions bien particulières.
Avec le titre « Le piano romantique en Suisse » il offre, sous l'égide du concert inaugural de la saison du CNSM et le concours de l'ambassade de Suisse, aux mélomanes fidélisés à la salle Abou Khater, un florilège d'œuvres à parfum hautement romantique. Et véritable boîte à trésors pour un public qui est loin de se douter des beautés sonores que ces œuvres recèlent. Des compositeurs (à part Liszt, tous aux œuvres peu familières à l'auditoire) qui reflètent toutes les nuances du pays du lac Léman avec ses paysages mythiques et verdoyants, nimbés de paix et de rêves. Mais aussi de quelques orages et averses...
Au menu donc sept compositeurs qui parlent de Dame Nature de l'État fédéral dans ses états de consolation, d'harmonie, de communication, de passion, d'évasion. Compositeurs bien dans le courant romantique tout court mais au cadre ici exclusivement suisse. Devant un public tout recueillement, les doigts du pianiste effleurent les touches d'ivoire ou s'y enfoncent en profondeur. Surgissent alors des terres gardées par des forêts profondes, des rivières aux cascades douces comme un rire perlé de jeune fille, des prairies où il fait bon rêvasser, des coteaux tendres comme une épaule amie, des toits souriants dans l'éclat du jour ou la brume matinale... Tout cela en des mélodies suaves et fluides, avec toutefois quelques touches parfois écrasées, que le piano raconte en grappes de notes impétueuses, luisantes, légères, graves, intarissables.
Quelques questions avant d'écouter arpèges, chromatismes, triolets, trilles, mélodies et autres technicités d'un répertoire brillant et à l'exécution souvent bien périlleuse. Et où l'artiste a laissé quelques plumes...
Tout d'abord, quelle est la spécificité de ce piano romantique en Suisse ?
C'est tout compositeur et œuvres liés au territoire suisse. Où il n'y a pas une seule école, car avec la notion de canton, chaque région a son inspiration et ses couleurs. Mais bien entendu cela relève des critères romantiques avec tout ce que cela comporte d'exaltation et de lyrisme. De même que l'attachement à la nature. Et ici, ce sont des paysages suisses que l'on célèbre et magnifie.
Comment a germé cette idée de rassembler ces textes musicaux ?
C'est en fouillant, pour des recherches, dans une bibliothèque romande que j'ai découvert ces partitions. Et on a commencé à les interpréter sur un piano d'époque (qui a été sous les doigts de Liszt) au château de Gruyères. Oui, celui du célèbre fromage... (petit rire) !
Combien de compositeurs donnez-vous à écouter ?
Plusieurs dont Liszt (Les Cloches de Genève, Fleur des Alpes, Vallée d'Obermann), mais aussi Hans Huber, Fanny Unerwadel, Samuel Bovy-Lysberg, Paul Hahnemann, Vincent Adler, Joaquim Raff...
Comment cernez-vous ces œuvres que vous interprétez ?
Un émouvant et sonore rapport avec la nature... suisse. Et puis, outre les influences de Chopin , Liszt, Schumann et Mendelssohn, elles restent agréables, lyriques, faciles, mais aussi parfois dramatiques.

Edgar DAVIDIAN | OLJ
22/10/2015

 

       
   
Journal de la région de Cossonay, 8 giugno 2012
Adalberto Maria Riva: grace et virtuosità

En ouverture de la série de dix concerts, le public a ainsi eu le plaisir de partager vendredi dernier un moment de grâce absolue avec le pianiste Adalberto Maria Riva, qui a pour l’occasion émaillé sa prestation d’une incroyable virtuosité par des récits, aidant le public à mieux comprendre ce art de traduire des partitions d’orchestre dans le langage du piano, pour en faire passer le message: “Les transcriptions, raconte le pianiste italien, ne sont pas inférieures à la musique originale, à moins que ce ne soit qu’un prétexte pour une orme de virtuosité sportive, un défi pour épater le bourgeois”. Et pour illustrer cela, il a interprété les Variations sur “Salve Tu Domine” de Paisiello de Mozart, qui répète sur tous les tons un thème plutôt ordinaire, avec une certaine ironie, en y ajoutant progressivement une spiritualité, jusqu’au bouleversement des sens – un exemple où la transcription trascende largement l’original. A l’opposé, le compositeur Adolfo Fumagalli, dans ce XIXe siècle où l’on aimait à donner du spectacle, a transcrit l’air Casta Diva, tiré de Norma de Bellini, pour la seule main gauche d’un pianiste. Adalberto Maria Riva en a offert une interprétation stupéfiante, alliant à la virtuosité prodigieuse de l’exercice une sensibilité et une finesse qui réintégraient l’art dans cette “performance sportive”.
Toujours en attirant l’attention du public sur les qualités musicales, les couleurs ajoutées, les procédés d’illusionniste et le pouvoir d’évocation des transcriptions, le pianiste a interprété dans un style précis, sobre et incroyablement habile, des transcriptions de morceaux célèbres comme La truite, l’Ave Maria et la Marche militare de Schubert par des compositeurs spécialistes comme Frans Liszt ou Carl Tausig et, en guise de bouquet final, la conclusion de l’opéra Tristan und Isolde de Wagner par Liszt, où le piano réussit à donner l’illusion d’un orchestre de 80 musiciens par un jeu de trémolos et une totale fidélité à l’enchevêtrement complexe de themes. Une partition réservée aux plus formidables pianistes, dont Adalberto Maria Riva fait décidément partie.

Sébastien Krauer


 



 
   
Dal sito:
Versoix-region

29 avril 2012
Hommage à Debussy et Ravel aux Caves de Bon-Séjour

Cette soitée dominicale des concert classiques du 29 avril 2012 nous a été présentée par le pianiste Adalberto Riva. Ce talentueux virtuose et musicologue chevronné d’origine italienne nous a fait l’honneur pour sa 3ème visite à Versoix de nous offrir, avec maintes explications, des oeuvres connues de Claude Debussy (par exemple Clair de Lune, des Pas sur la Neige ou Hommage à Rameau) et d’autres de Maurice Ravel (Menuet antique et Rigaudon – extrait du Tombeau de Couperin) tous deux contemporains.
Quelle delicatesse de parler de Maurice Ravel dont une rue à Versoix porte son nom. Il y séjourna souvent pour des vacances avant 1901. Son illustre père, ingénieur et inventeur, ainsi que son oncle peintre et aquarelliste estimé sont nés à Versoix.
Lorsqu’un grand maître nous explique les différents mouvements d’une oeuvre, ce que chacune représente dans la pensée du compositeur pour que le musicien puisse l’interpréter au plus près de sa valeur intrinsèque, et qu’à la suite il nous la rejoue en entier, la compréhension e le ressenti de l’oeuvre sont vécues d’une manière plus profonde. Ce qui est intéressant, ce sont les images représentées au cours du déroulement de l’oeuvre. En cela, le virtuose est un artiste-peintre qui, par le jeu coloré des harmonies et la diversité fluide et musicale des sonorités nous fait découvrir la richesse et la beauté tant au point de vue architecture que mathématique dans les thèmes. Claude Debussy ose des possibilités inattendues dans la progression thématique: thème sur les touches blanches et progression sur les touches noires. Ravel quant à lui, s’inspire de la musique traditionnelle ou populaire et y met sa touche personnelle, tout en respectant les bases du classicisme.
Autant dire – selon Adalberto Riva -, que Debussy c’est l’émotion traduite dans la musique, alors que Maurice Ravel, c’est la couleur.
Voilà ce que notre grand virtuose d’un soir d’avril a su nous communiquer et nous faire vibrer à ces styles perfectionnistes du début du XXème siècle
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Lucette Robyr


 



 
   

Gennaio 2012
RICORRENZE AL PIANOFORTE, DA “LERICI IN…”

Il concerto si è svolto tra l’ammirazione di tutti e la sorpresa dei pochi che non conoscevano l’eccezionale bravura del maestro Riva... in modo particolare è stato gradito quel suo rivolgersi al pubblico illustrando con un eloquio semplice e coinvolgente i singoli pezzi prima dell’esecuzione.
Anche questo suo porgere con tranquillità e acutezza tanti capolavori del più grande dei pianisti e di un grande compositore, non è da tutti. E nel maestro Riva tutto ciò si apprezza in quanto anche nei rapporti col pubblico festante e con gli appassionati ammiratori, si presenta con quella naturale affabilità, modestia e comunicativa che è una prerogativa di chi svetta sulla mediocrità spesso colma di tronfia arroganza.
Grazie, Maestro, per quanto ci ha elargito con stupende interpretazioni e generosa magnanimità. Arrivederci: noi tutti la aspettiamo con impazienza!

Luigi Romani

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Il Giornale dell’Umbria, 31 agosto 2011
IL PIANISTA RIVA E IL SUO LISZT

Il Liszt più italiano, che dialoga con Michelangelo, Petrarca, con Dante, con Verdi e pure con un santo rustico come Francesco di Paola. Lo suona nel teatrino di palazzo della Corgna un virtuoso della tastiera, Adalberto Maria Riva Mai come in questa serata il pianista milanese, più volte ospite del Festival di Musica Classica di Castiglione del Lago, giunto alla settima edizione, ha saputo fidelizzare i suoi ascoltatori intorno a un percorso avvincente che coinvolge lo scintillio della tastiera con le motivazioni di una cultura letteraria, paesaggistica, artistica e umana amata e condivisa. Raramente nella storia del nostro paese si è dato un musicista che più di Liszt abbia amato ogni aspetto della nostra civiltý , realizzando un grande polittico sonoro i cui pannelli sono altrettante pagine di diario, appunti memorialistici, visioni e meditazioni su quanto il grande musicista magiaro vedeva e assaporava.

Stefano Ragni

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"Arcumeggia. Musica e Letteratura nei paradisi dell'Alto varesotto"

"Musica e letteratura tra gli affreschi" a Varese

“Musica e letteratura tra gli affreschi” dal Lago Maggiore alla Valcuvia


"Arcumeggia: musica e letteratura tra gli affreschi ricordando Liszt"

"Castelveccana, comincia l’evento tra musica e lago"

Intervista in diretta ad Adalberto Riva su Radio Francescana

Recensione Momenti Musicali Prealpina 24.06.11 (PDF)

TG6 Laveno del 21 luglio: Maratona pianistica a Cassano Valcuvia

Un the con la 6: Intervista con Adalberto Riva e Annalina Molteni.
Prima parte Seconda parte

Iintervista a TG6 Laveno con Alessio Magnani

 

 

 
   

La musique de salon au Salon musical

Adalberto Maria Riva, notre conférencier et si délicat pianiste, a su recréer avec chaleur et simplicité l’esprit même des Salons musicaux: la réunion d’amis cultivés autour d’un piano (et de l’incontournable abat-jour!), pour écouter des musiques pleines de poésie. Une très belle soirée.

Paul Kristof

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Il Giornale dell’Umbria, 24 agosto 2010
FESTIVAL DI MUSICA CLASSICA, APERTURA NEL SEGNO DI CHOPIN

Uno Chopin scolpito e incisivo...
...Insomma una vera condizione di beatitudine per gli ascoltatori. Che si godono un pianista magnificamente coeso, dotato di una salda trama strumentale capace di amalgamare con autorevole e persuasiva energia il lato migliore della musica di Chopin, quello che riguarda la moralità dell’interpretazione.
Riva ha saputo tenere alta la sua lezione chopiniana, una proposta che quest’anno toccherà vertici di esaustività, ma che, tutto sommato, non viene mai respinta dal pubblico. Chi si aspettava di sognare, cullato dai suoni armoniosi di Barcarola, Berceuse, Mazurke, Scherzi e Improvvisi, si è trovato dinanzi un solista di forte tempra umana, che evidenziato un panismo sontuoso, persuasivo nelle dolcezze e nelle pieghe del declamato, ma capace di scandire quella fierezza e quella dolorosa accettazione del destino che è propria dell’estremo messaggio chopiniano.

Stefano Ragni

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24 de agosto 2010

Conmemoración Bicentenario nacimiento de F. Chopin por ADALBERTO MARIA RIVA

El dia 24 de agosto (2010) conmemoramos el bicentenario del nacimiento de F. Chopin con el concierto del grandísimo pianísta Adalberto María Riva, bien conocido por las soberbias actuaciones a las que nos lleva acostumbrando desde hace varios años, recién llegado de la ciudad de Milán.
La elegancia y economía en el gesto contrasta con su embriagador resultado sonoro.

Ante el gran éxito obtenido el público le reclamó hasta 4 bises!

carlokapuscinski

 


 
   

Debutto alla Carnegie Weill Hall, New York, 29 aprile 2009

Adalberto Riva from Italy presented a Schubert/Liszt creation that I usually cringe from when announced, however, Mr. Riva is a lovely pianist with a lovely touch and feel for this music.
He made the music elegant and presented it beautifully, making me interested and even caring about music I generally don’t care for. That is a sure sign of artistic communication.

Jeffrey James
www.jeffreyjames.com

 

 

 
   

Debutto alla Carnegie Weill Hall

Sempre tra la rosa dei pianisti troviamo l’unico italiano vincitore di questa edizione: Adalberto Riva, milanese, propone una sonata di Schubert su trascrizione di Liszt deliziando i presenti con l’essenza della classicità.

Samira Leglib
su America Oggi Magazine

 

 

 
   

Debutto in Canada, Sherbrooke, sala Alfred Des Rochers
La Tribune, 7 aprile 2009


DE LA CLASSE

On se sentait privilégié d’avoir presque tout pour soi... un musicien d’un tel calibre. ...toute la classe d’un musicien qui s’efface pour laisser la place à la musique, qui n’a pas besoin de mettre une couche de trop pour soutirer toutes les nuances de la partition et des flots de croches.

recensione del concerto del 6 aprile
Steve Bergeron

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Lausanne, 24 heures, jeudi 3 juillet 2008
Intervista per i 30 anni della Fondazione Hindemith di Blonay (CH)

PIANISTE RECONNU, IL GARDE UN BON SOUVENIR
DU CENTRE DE BLONAY


Stéphanie Arboit,
nell’ambito di un articolo per i 30 della Fondazione Hindemith di Blonay

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La Provincia di Lecco, 20 aprile 2008

Applaudito protagonista del concerto di pianoforte alla Fondazione Carcano di Mandello

RICCO DI SFUMATURE IL SUONO DI ADALBERTO MARIA RIVA

Adalberto Maria Riva, è un pianista pacato, composto, il cui viso e la cui postura non lasciano trapelare forti emozioni o intenzioni interpretative. Allo stesso modo la sua tecnica sembra frutto della spontaneità piuttosto che dello studio. La sua forza comunicativa e interpretativa si annida nel tocco delle dita affusolate sulla tastiera, dita che, pur dando l’impressione di sfiorare i tasti, riescono ad ottenere non solo un suono chiaro e cristallino, ma, anche, ricco di colori e di sfumature davvero impensabili.

recensione del concerto del 15 aprile
Roberto Zambonini

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Monza, Il Cittadino, novembre 2007

ADALBERTO MARIA RIVA AL PIANOFORTE
HA RESO ONORE AL GENIO MUSICALE DI LISZT

…il Mephistowaltz, la Rapsodia ungherese n. 6 e la monumentale Sonata in si minore, capolavori della letteratura pianistica, la cui esecuzione richiede capacità e doti musicali superiori: pochi pianisti sono in grado di affrontare difficoltà di questo tipo. Una serata straordinaria, che difficilmente potrà essere dimenticata.

recensione del concerto del 23 novembre
Angelo Bellisario

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Monza, Il Cittadino, 19 dicembre 2006

FINALE D’ANNO COL BOTTO ALLA ROTONDA:
ADALBERTO MARIA RIVA SUPERLATIVO AL PIANOFORTE

La padronanza tecnica e la vastissima tavolozza sonora, l’intelligenza e la sensibilità di questo giovane pianista sono state il naturale supporto alle sue interpretazioni, per la gioia e l’entusiasmo, incontenibile, del numeroso pubblico presente, avvinto, rapito e totalmente conquistato dalla performance di Adalberto Maria Riva.

recensione del concerto del 15 dicembre
Angelo Bellisario

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Monza, Il Cittadino, 20 gennaio 2005
Recensione del concerto del 18 gennaio


ADALBERTO MARIA RIVA: PIANISTA ECCELLENTE

...un pianista elegante, aristocratico, ed un autentico musicista: egli ha tutte le carte in regola sia sotto il profilo tecnico, sia per le altissime qualità interpretative. Dotato anche di autentica intelligenza musicale, egli regala al pubblico esecuzioni di grande valore artistico, esecuzioni che oltre alla sua superiore maturità artistica evidenziano gusto educato e sicuro ed acutissima sensibilità.

Angelo Bellisario

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Monza, Il Cittadino, 9 dicembre 2004

LA ROTONDA: RIVA INTERPRETE D’ECCEZIONE AL PIANOFORTE

Un concerto di grande spessore e di rara bellezza, quello ascoltato venerdì 3 dicembre, dove il pianista Adalberto Maria Riva ha eseguito uno stupendo programma. Gli è che la grande padronanza tecnica, il gusto e la duttilità di Riva fanno di lui un interprete di alto livello, che gratificava l’uditorio con esecuzioni straordinariamente belle.

Angelo Bellisario

 

 

 
   

The Sunday Times, 14 marzo 1999

RIVA’S OUTSTANDING VIRTUOSITY

recensione del medesimo concerto
Martina Caruana

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The Times, 23 marzo 1999

BRILLIANT ITALIAN GUEST PIANIST

recensione del concerto dell’ 8 marzo
Albert G. Storace, Malta

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Wolfsburger Allgemeine, 2 novembre 1996
recensione del medesimo concerto

Pianist Adalberto Maria Riva gab beachtliches Konzert im Schloß

MANGEL AM BÖSENDORFER-FLÜGEL:
TROTZDEM GAB ES RIESIGEN BEIFALL

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Wolfsburger Nachtrichen, 2 novembre 1996

Adalberto Riva brillierte am piano

VOLLGRIFFIG,KLANGVOLL UND SEHR VIRTUOS

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Inzago, Demos, n. 152 – dicembre 2004

Il romanticismo musicale “spiegato” da Adalberto Riva

LA MUSICA ESPRESSIONE DELL’INFINITO

Intervista a cura di
Lina Colarusso
sull’omonimo ciclo di lezioni-concerto tenuto a Inzago in autunno.

…L’iniziativa (dei concerto-conferenze) ha avuto tantissimo successo, grazie soprattutto al pianista che ha saputo coinvolgere tutti con la sua bravura, la sua sensibilità, la sua competenza…

 

 

 
© 2011 Adalberto Maria Riva

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